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Netcomm e-Commerce Forum 2016: conferenza plenaria sullo stato dell’e-Commerce

Netcomm e-Commerce Forum 2016: conferenza plenaria sullo stato dell’e-Commerce

Abbiamo seguito oggi la conferenza plenaria al Netcomm e-Commerce Forum 2016, dalla quale abbiamo tratto spunti e informazioni importanti sullo stato e sul futuro dell’e-Commerce Italiano. Roberto Liscia (presidente Netcomm) e Alessandro Perego (direttore scientifico degli Osservatori Digital Innovation) hanno saputo come ogni anno farci un quadro preciso rispetto al commercio elettronico e alle sue dinamiche, regalandoci anche alcune suggestioni e stimolando riflessioni su questo settore da anni fortemente in crescita. Sì, perché l’e-Commerce rappresenta oggi il 7% degli acquisti del mondo ed è l’unico settore planetario che mostra una crescita a 2 cifre.

Roberto Liscia: la trasformazione digitale

L’e-Commerce, ci spiega Liscia, non è più solo numeri e tecnologia, è cultura. E’ appropriarsi degli strumenti utili per competere.  E questo è un punto su cui comincia a verificarsi una comprensione sempre più diffusa, lo dimostra l’affluenza all’evento con i suoi 6.200 iscritti. Le imprese stanno capendo l’importanza della trasformazione digitale. Col tempo la “e” di e-Commerce andrà a perdersi e sarà solo “commerce”: il commercio elettronico è solo un “pezzo” della trasformazione digitale.

Ci sono oggi 3 miliardi di individui al mondo che accedono a internet. Di essi 1,3 miliardi comprano online. E’ un numero enorme. Il primo paese rimane la Cina.

ecommerce nel mondo

Quali sono secondo Liscia le prossime frontiere e-Commerce? Certamente il food&grocery, poi sicuramente markeplace e e-retailer giocheranno (e giocano già) un ruolo chiave nel commercio elettronico.

La crescita dell’e-Commerce in Europa è del 13%, quindi ormai stabilmente il canale a maggior crescita europeo. E la crescita non è solo dove la si aspetta: per esempio i dati mostrano che non sono solo i solo giovani ad acquistare online e l’e-Commerce non cresce solo nelle principali aree metropolitante come ci si aspetterebbe. Gli over 65 sono un segmento sempre più importante per disponibilità di spesa e per un’inattesa attitudine all’uso della tecnologia, e anche le aree metropolitane minori partecipano in modo rilevante a far crescere il volume degli acquisti elettronici. D’altronde si sa, l’e-Commerce è democratico: permette a chiunque da qualsiasi luogo di acquistare un prodotto o un servizio che altrimenti gli sarebbe precluso per distanza o problemi logistici. E in questo paradigma si aggiunge la centralità dei device mobili: fondamentali per l’acquisto online, quindi come chiave di acquisto, ma prima ancora come chiave di accesso (alle informazioni e alle opportunità). Il mobile peraltro sembra cambiare in Italia i processi di acquisto, più che in altri paesi: ci sono 19 milioni di consumatori che cercano su mobile, il 72% dei quali poi si reca in negozio per comprare. E’ l’info-commerce, ed è di rilevante importanza.

mobile centrale per acquisto online

Altro spunto di riflessione: il contante perde terreno, è sempre meno usato. Si registra una caduta del 50% nell’uso del contante per gli acquisti online e questo rappresenta un altro successo per l’e-Commerce e un altro passo verso la maturità del settore e del consumatore.

In questo quadro positivo gli e-retailer e i produttori stanno guadagnando terreno e l’Italia in questo è vitale: si registrano molti nuovi produttori e molte “nicchie” che approcciano il commercio elettronico.

Un’altra suggestione interessante trasmessa da Liscia è in relazione alla fedeltà/infedeltà digitale: si è sempre pensato che il consumatore digitale fosse per definizione infedele ma i dati dimostrano che non è così vero: il consumatore tende sempre più a preferire il negozio dove ha già acquistato e dove si è trovato bene, pertanto al di là della percezione del consumatore rispetto a chi è un “grande merchant” (quindi affidabile), c’è spazio per fare bene, fornendo un livello di servizio che genera loyalty anche se si è piccoli.

Infine, sostiene Liscia, esiste una via italiana all’e-Commerce, che è rappresentata da un promettente e potente “incrocio multicanale“, ed è una via da fertilizzare. Poiché l’e-Commerce, come si diceva all’inizio, non è solo vendita ma è anche ripensare i modelli di business. E in questo gioca un ruolo fondamentale la conoscenza del dato. Il dato (i bigdata) e le connessioni tra persone sono il petrolio del terzo millennio.

Il consorzio Netcomm ha fatto un’indagine su circa 50 big dell’e-Commerce. La domanda è stata: quali sono i prossimi passi da fare per sviluppare il commercio elettronico? La prima prima risposta è stata “comprendere meglio il customer journey”, la seconda è stata “dotarsi di competenze adeguate”, la terza “l’integrazione dei dati e l’incremento delle fonti di dati”.

Tra le sfide più sentite ci sono:

  • la mancanza di strategia digitale
  • la difficoltà di reperire competenze

L’Italia è molto indietro rispetto al resto dell’Europa in fatto di digital skills e di e-leadership.

Liscia conclude con l’elenco dei principali sviluppi regolamentari per il prossimo futuro:

  • Linee guida per la data protection & privacy;
  • Revisione della normativa sui diritti dei consumatori
  • Riduzione degli oneri di gestione dell’IVA
  • Armonizzazione disciplina delle vendite online e offline
  • Implementazione della nuova normativa sui pagamenti
  • Regolamentazione del geo-blocking
  • Ruolo delle piattaforme online.

sviluppi regolamentari ecommerce

Alessandro Perego: i numeri dell’e-Commerce italiano 2016

La parola è poi passata ad Alessandro Perego, professore ordinario di Logistica e Supply Chain Management al Politecnico di Milano, fondatore e direttore degli Osservatori Digital Innovation, che ha snocciolato i numeri sull’e-Commerce in Italia, come ogni anno sempre molto interessanti.

La premessa è che le rilevazioni si concentrano esclusivamente sull’e-Commerce b2c italiano (no dunque b2b), ed è stato escluso anche tutto ciò che attiene il gioco online e la vendita di contenuti digitali, questo per mantenere i dati significativi e coerenti con le rilevazioni degli anni precedenti. Per ‘siti italiani’ si intende siti con operatività in italia, quindi non sono escluse le multinazionali. Una base statistica di oltre 300 merchant (in crescita ogni anno) che si è prestata alle interviste e alla raccolta di informazioni che infine ha portato a spiegare meglio lo stato e il trend dell’e-Commerce italiano su 4 aree tematiche: la domanda, i canali, l’offerta, l’export.

Alessandro Perego

La prima stima importante: la proiezione 2016 per il valore dell’e-Commerce in Italia è di oltre 19 miliardi di Euro, ovvero due volte il valore registrato solo 5 anni fa nel 2011. Promette bene!

ecommerce italia

Questo valore è generato per tre quarti da siti di commercio elettronico con operatività in italia e da un quarto da siti senza operatività in italia (import). In termini di suddivisione tra prodotti e servizi molto è stato fatto per equilibrare la bilancia che oggi è quasi cinquanta-cinquanta. Il peso dei prodotti diventa sempre più importante, con una crescita di 3 volte superiore a quella dei servizi.

Uno sguardo ai settori merceologici: crescono ovviamente tutti, chi più chi meno, ma qualcuno sorprende e mostra dati davvero interessanti. Tra questi l’arredamento e il food&grocery, per quanto ancora con valori assoluti piccoli, crescono in modo importante: +39% il primo, +29% il secondo. Crescite interessanti anche per turismo +11%, editoria +16%, altri servizi (es. ticketing elettronico) +9%. Le assicurazioni registrano invece un +5%.

Il canale mobile, come già segnalato, è sempre più importante: pesa il 15% dei volumi ma cresce del 50%.

In relazione invece alla dinamica vendite, Perego ci segnala che la proiezione del valore del venduto per il 2016 sarà di 17,6 miliardi di Euro, quindi si registrerà un +19% rispetto al 2015. In termini di concentrazione il 70% del valore lo fanno i top 20 merchant, il restante 30% tutti gli altri piccoli e medi, tantissimi. I top player crescono più rapidamente,+21%; tutti gli altri +14%. Però è importante rilevare che 11 dei 20 top siti merchant sono sostanzialmente aggregatori: ciò nasconde una grandissima verità che è in sè anche una formidabile opportunità: gli aggregatori sono una vetrina importantissima per altre, tantissime, piccole e piccolissime imprese.

concentrazione offerta ecommerce
Pertanto un modo per essere sul mercato è certamente la presenza diretta, ma esistono anche la presenza indiretta (e-retailer) e quella intermediata (aggregatori), da non sottovalutare.

In questo quadro abbiamo un altro elemento fortemente positivo: il mondo dei retailer tradizionali prende sempre più sul serio il commercio elettronico: il 61% di essi nel 2016 vende anche online, era il 54% nel 2014.

Infine ci sono le le startup, in tutte le forme possibili, che rappresentano ancora una piccola fetta dei volumi ma un importante fermento in termini di innovazione.

Perego conclude con una annotazione sull’export: l’export “indiretto”, ovvero il b2b2c, vale secondo stime dell’Osservatorio, più  dell’export diretto.

C’è tanto da fare

In conclusione i dati e le rielaborazioni sembrano dirci (come ogni anno): forza! Ci sono opportunità da cogliere, stiamo facendo bene, ma ci sono ancora molti passi da fare per portare l’e-Commerce Italiano alla maturità. Quindi… al lavoro!

Non dimenticate di passare a trovarci allo stand C7 al Netcomm e-Commerce Forum: potrete prenotare il check-up gratuito del vostro e-Commerce. Vi aspettiamo!

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