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WhatsApp Pay: appena arrivato è stato (momentaneamente?) bloccato

WhatsApp Pay: appena arrivato è stato (momentaneamente?) bloccato

Il 15 giugno, con un post pubblicato su Facebook, Mark Zuckerberg ha annunciato il lancio dei pagamenti digitali via WhatsApp in Brasile, il primo paese al mondo a sperimentarli:

Da un aggiornamento di ieri, 24 giugno, apprendiamo però che il Brasile ha bloccato i pagamenti via WhatsApp. Alla base della decisione, il fatto che la Banca Centrale non ha ancora avuto modo di valutarne la conformità alle leggi locali. Attraverso una nota, infatti, il Banco Central do Brasil ha dichiarato di aver:

«ordinato a Visa e Mastercard di sospendere l’avvio delle attività o di interrompere immediatamente l’utilizzo dell’applicazione WhatsApp per avviare pagamenti e trasferimenti di denaro».

Il servizio è stato dunque completamente interrotto in quanto, secondo il comunicato, sembra che la banca centrale non abbia ancora avuto modo di valutare la conformità della nuova tecnologia alle normative nazionali, in particolare ad una legge del 2013 che regola i pagamenti digitali.

«Ci impegniamo a collaborare», commenta Zuckerberg, che aveva pre-annunciato il lancio di WhatsApp Pay già lo scorso gennaio, durante la presentazione dei risultati finanziari aziendali.

Il servizio è stato testato in India fin dal 2018 e aveva debuttato ora in Brasile, secondo paese per quantità di utenti WhatsApp (120 milioni) proprio dopo l’India. Per il momento WhatsApp Pay era attivo solo in questo stato ma l’intenzione del CEO di Facebook sarebbe quella di estendere la funzionalità anche a tutti gli altri paesi.

Potrebbe trattarsi di un blocco solo temporaneo ma il richiamo costituisce un precedente che il social deve considerare nei suoi progetti di espansione del servizio.

Come funziona WhatsApp Pay

Il funzionamento di WhatsApp Pay, servizio per i pagamenti digitali attraverso la celebre app di messaggistica istantanea, viene spiegato sul blog della società:

“Sono oltre 10 milioni le micro e piccole imprese che costituiscono il cuore pulsante dell’economia brasiliana. E inviare un WhatsApp a queste attività per richiedere informazioni o effettuare ordini è ormai una pratica consolidata. Da oggi, oltre a visualizzare il catalogo di un’attività, i clienti potranno anche inviare pagamenti per i prodotti acquistati.”

WhatsApp Pay permette sia di effettuare pagamenti tra un’azienda e un utente sia di scambiare denaro tra gli stessi utenti. La prima modalità ha certamente risvolti di business importanti per gli eCommerce: nella chat di un sito che si affida a WhatsApp Business, ora il compratore può infatti effettuare il pagamento senza dover uscire dall’applicazione.

La differenza tra i pagamenti business e privati è che questi ultimi sono gratuiti mentre i primi funzionano tramite WhatsApp Business e sono soggetti a commissioni, simili a quelle che già le aziende e i siti pagano quando accettano una transazione con carta di credito.

Sempre sul blog ufficiale di WhatsApp leggiamo:

“Rendere semplici i pagamenti può aiutare a portare più aziende nell’economia digitale, aprendo nuove opportunità di crescita. Inoltre, stiamo rendendo l’invio di denaro ai propri cari facile come inviare un messaggio. Poiché i pagamenti su WhatsApp sono abilitati da Facebook Pay, in futuro vogliamo rendere possibile alle persone e alle aziende di utilizzare le stesse informazioni di pagamento in tutta la suite di applicazioni Facebook”

Apprendiamo inoltre da Menlo Park che è stata posta molta attenzione alla questione sicurezza:

«Abbiamo costruito questo servizio di pagamento pensando alla sicurezza e per evitare transazioni non autorizzate sarà necessario uno speciale PIN a sei cifre o un’impronta digitale (o il riconoscimento del volto, per taluni smartphone ndr)».

Il blocco del servizio conferma l’imprescindibilità del tema. Le istituzioni vogliano sincerarsi che i loro diritti, privacy e sicurezza in primis, vengano pienamente rispettati. Specie da parte di una multinazionale già più volte finita al centro delle polemiche per l’uso che fa dei dati dei suoi iscritti, da Cambridge Analytica in giù.

Il sistema di pagamento Facebook Pay

Zuckerberg nel post di lancio ha dichiarato che WhatsApp Pay si espanderà presto in altri stati: questi pagamenti tramite WhatsApp si appoggiano infatti alla piattaforma Facebook Pay già in funzione in paesi quali USA e UK e che dovrebbe valere in futuro su tutto l’ecosistema Facebook, Instagram incluso quindi.

Proprio con l’obiettivo di rendere Facebook Pay un sistema sicuro nelle varie nazioni in cui si vuole diffondere, Facebook aveva previsto un modello di lavoro a fianco di partner e realtà locali. In Brasile, ad esempio, WhatsApp Pay supporta (va) le carte di debito o di credito del Banco do Brasil, Nubank e Sicredi sulle reti Visa e Mastercard. Tuttavia sempre sul blog leggiamo che il modello è stato pensato per accogliere altri partner in futuro.

Dopo lo stop della Banca Centrale, le banche brasiliane hanno imposto ai partner di pagamento di WhatsApp, Visa e Mastercard, di sospendere tutti i trasferimenti di denaro tramite l’applicazione di messaggistica istantanea della famiglia Facebook, minacciandomulte e sanzioni amministrative qualora l’ordine non fosse eseguito. Forse il modello va perfezionato 🙂 E’ normale che un ente regolatore presti attenzione ad una società straniera che si presa a dominare lo spazio di pagamento del suo paese (forse il settore più redditizio in termini di generazione di entrate fiscali e posti di lavoro ad alta remunerazione). Questo vale in particolare nei mercati emergenti che non dispongono di mercati dei capitali sviluppati.

La società annuncia comunque che continuerà a lavorare con la banca centrale e i partner locali per sbloccare la situazione.

Opportunità di crescita digitale per le piccole imprese

Facebook starebbe lavorando per far sì che i pagamenti tramite WhatsApp costituiscano un sistema di vendita semplice ed efficace per piccoli esercizi commerciali.

Durante l’ultima presentazione dei dati fiscali del gruppo a gennaio 2020 è emerso, in riferimento all’ultima trimestrale, che gli utenti attivi globali su almeno una delle piattaforme Instagram, Facebook, WhatsApp e Messenger ogni giorno sono circa 2,3 miliardi. Vista la diffusione di WhatsApp e Facebook, questo nuovo sistema di pagamento (se sbloccato) potrebbe rischiare di avere più successo anche di PayPal.

La funzionalità potrebbe essere utile in particolare alle piccole imprese, agevolate nell’effettuare vendite direttamente all’interno dell’applicazione dopo che per diversi mesi le chat di WhatsApp sono state utilizzate per spedire agli utenti i cataloghi con i prodotti rendendo il processo di vendita più immediato. In questo articolo di Sara Scorrano un approfondimento sulla funzione Cataloghi e sulle modalità di utilizzo.

Consideriamo che a gennaio 2020 Facebook aveva pubblicato i risultati di una ricerca volta a valutare l’impatto dell’uso dei servizi del gruppo sulle attività commerciali europee, ed era emerso che oltre 7 mila aziende hanno dichiarato che usare le app di Facebook, Whatsapp, Messenger e Instagram ha permesso loro di generare, nel 2019, un fatturato corrispondente a circa 208 mld di euro (*Fonte: indagine della società di consulenza economica Copenhagen Economics, commissionata direttamente da Facebook).

La complessa situazione determinata dal Covid-19 ha reso ancora più evidenti le potenzialità della funzionalità. Nei mesi di lockdown, infatti, diverse attività commerciali si sono approcciate al digitale utilizzando strumenti di comunicazione diretta con i consumatori, incrementando anche lo scambio di informazioni tramite WhatsApp.I dati sullo sviluppo dell’eCommerce presentati dal Consorzio Netcomm dimostrano che il lockdown ha triplicato i nuovi consumatori online in Italia tra gennaio e maggio che sono diventati 2 milioni rispetto ai 700 mila di un anno fa.

Conclusioni

“Spedire e ricevere soldi sarà facile come condividere una foto”

Così Zuckerberg aveva presentato la novità di WhatsApp Pay. Siamo ancora allo step iniziale di rilascio e al momento ci siamo già fermati in quanto la sfida alla sicurezza come abbiamo visto è ancora tutta da giocare ma è importante per le aziende iniziare a considerare le possibili integrazioni di questa nuova modalità di pagamento nella loro strategia eCommerce partendo dall’utilizzo delle applicazioni di messaggistica per comunicare in modo diretto con il proprio pubblico.

WhatsApp Pay o no stiamo in generale assistendo ad una diffusione sempre maggiore tra gli utenti dell’utilizzo di piattaforme che consentono una comunicazione diretta, facile e veloce non solo tra privati ma anche con le aziende: sta a queste ultime, dunque, cogliere l’opportunità di stringere la relazione con i loro consumatori e perchè no, facilitarli anche nelle modalità di pagamento quando questo sarà possibile in modo regolamentato.

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