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Velocità di caricamento: infografica e consigli utili

Velocità di caricamento: infografica e consigli utili

Monitorare la velocità e l’uptime del proprio sito web è un fattore essenziale non solo per la sua qualità di fruizione ma perché è di fatto un elemento fondamentale della SEO (a proposito: non mancate di rileggere il post di qualche giorno fa proprio sulla SEO); Google infatti prima di posizionare il nostro sito web nel risultato di una ricerca verifica:

  • la velocità di caricamento delle pagine web;
  • l’affidabilità, ovvero l’uptime del nostro sito.

L’algoritmo di Google privilegia sempre l’usabilità di un sito web e la soddisfazione che l’utente ne trae, cioè l’insieme degli eventi che ne costituiscono l’intera esperienza di navigazione; infatti fin dal suo esordio come motore di ricerca ha sempre evidenziato la propria velocità di ricerca delle informazioni e di esibizione dei risultati.

Secondo gli stessi principi Google penalizza la lentezza di caricamento, poiché una pagina lenta, pesante oppure non disponibile ostacola la filosofia della ricerca by Google riducendone la qualità dell’esperienza complessiva. Si noti che non è una novità: questo parametro è stato introdotto e ufficialmente preso in considerazione dal 2009 ed è riportato anche nelle guide Google ufficiali per i webmaster.

 

site speed in web search ranking (source Google Webmaster)

Alla base della lentezza di caricamento di una pagina web possono esserci numerose cause, quindi è possibile che non solo Google ma anche altri motori di ricerca meno noti potrebbero desistere dall’indicizzare i contenuti del vostro sito web, soprattutto se l’hosting che avete acquistato non è particolarmente performante e ha dei tempi di risposta mediamente alti.

La scelta dell’hosting è molto importante: potreste averlo scelto perché ci ha fatto risparmiare qualche euro in più, oppure perché essendo extra-Europeo e costa molto meno e ci siamo fatti impressionare dal traffico mensile infinito e gratuito, oppure perché il budget disponibile è contenuto e quindi siete stati costretti a usufruire di un server forse un po’ troppo condiviso… (a proposito, anche l’ip condiviso è tenuto in considerazione da Google ma questo sarà argomento di uno dei prossimi articoli).

Bisogna stare attenti però ad ovviare con queste soluzioni. Come vi mostra questa infografica di Kissmetrics, circa il 40% degli naviganti in rete non resiste oltre 4 secondi prima di abbandonare una pagina lenta o che non si (s)carica.

conseguenze e cause dei lunghi tempi di caricamento pagine web (fonte Kissmetrics)

La velocità di caricamento è quindi un parametro essenziale su cui lavorare per migliorare il nostro rank, e lo si può fare con l’ausilio di diversi strumenti, anche gratuiti. Ricordate che anche solo 1 secondo in meno potrebbe fare la differenza per avere un posizionamento migliore di altri, oltre che per recuperare conversioni perdute a causa di navigatori ammutinati.

Infatti chi fa intenso uso di campagne DEM, magari limitando incautamente l’investimento sull’hosting, dovrebbe tenere conto che ogni secondo di ritardo potrebbe comportare il 7% di conversioni in meno. Sarà quindi fondamentale accertarsi che il proprio sito web sia in buono stato di salute quando gli utenti che ricevono i messaggi commerciali cercheranno di accedervi attraverso i link in esse contenuti. Anche in questo caso specifico i risultati dipendono molto dalla reattività del web server, quindi attenzione alla scelta dell’hosting.

Per la diagnosi e il monitoraggio di queste criticità esistono in rete diversi tools (tra cui Google Analytics); con qualche ricerca troverete guide e consulenti che vi spiegheranno come ottimizzare il codice html e come utilizzare il web caching, oppure potrete utilizzare siti che analizzano il contenuto delle vostre pagine web indicandone i punti deboli.

In un primo momento potreste anche utilizzare i web browser Chrome e Firefox che hanno un tool integrato a cui potete accedere premendo il tasto F12 (tab rete/network) oppure scaricando apposite estensioni/plugin che analizzeranno tempi di risposta e le dimensioni di tutti i file scaricati, oltre che delle funzioni o query eseguite.

Tuttavia in questo caso i dati potrebbero soffrire la velocità della connessione internet che state utilizzando, oppure manifestare un lag causato dal terminale stesso o dalla connessione mobile (quest’ultima generosa di banda ma decisamente meno reattiva della tecnologia xdsl o fibra ottica come latenza).

Esiste quindi un tool di monitoraggio per web server che possa permetterci di misurare e raccogliere dati sui tempi di risposta, o conoscere i picchi di banda utilizzata dal web server, o che in caso di interruzione dei servizi possa avvisarci in tempo utile per non compromettere irreparabilmente onerosi investimenti?

Ebbene sì, un prodotto in particolare vi permetterà di poter tenere tutto sotto controllo senza troppe difficoltà, lasciandovi tempo da dedicare ad altre attività: si chiama PRTG Network Monitor. Alcune sue possibilità sono a pagamento ma il suo costo potrebbe essere inferiore alle perdite in fattore di visite o conversioni. In ogni caso da qualche mese questo tool di monitoraggio è gratuito e fruibile nella sua versione di base (l’unica limitazione il numero di sensori, la cui soglia massima è 100), con tutte le funzionalità delle versioni a pagamento.

PRTG Network Monitor (source Paessler)

PRTG Network Monitor di Paessler è un sistema di monitoraggio completo e professionale che vi consente di avere in tempo reale tutti i dati relativi alla latenza dei vostri siti web, oltre che al loro uptime. Possiede inoltre moltissime altre funzioni che potete consultare voi stessi sul sito della software house Tedesca (il cui nome era inizialmente IPCheck) che lo sviluppa e migliora dal 1998.

Con la versione gratuita da 100 sensori sono disponibili anche una console da installare sui client Windows (utile soprattutto nel caso in cui si lavori con il doppio monitor), così come sono gratuite e fruibili senza pubblicità le rispettive app per iOS e Android, grazie alle quali potremo ricevere delle notifiche push che ci aggiorneranno su eventuali rallentamenti del web server oppure del singolo vhost.

PRTG gestisce anche altre notifiche che invia direttamente all’utente via mail, oppure anche attraverso altri gateway. Tutti i dati rimangono disponibili per analisi successive e i grafici sono sempre visibili da web gui e da qualsiasi sistema operativo. L’unico requisito per installare PRTG è quello di avere un server Windows 2012; l’installazione è molto semplice e le risorse richieste sono esigue, quindi potete installarlo anche su una virtual machine (ma non condivisa con altri vhost).

Il nostro consiglio è quello di posizionarlo su un hosting performante in modo da avere poi dei dati e delle latenze di accesso paragonabili a quelle che ad esempio può avere Google.

Giorno dopo giorno avrete così dei risultati precisi sui tempi di risposta verso i visitatori e potrete iniziare ad apportare quei cambiamenti o implementazioni necessari all’ottimizzazione dei servizi e del codice html senza più preoccuparvi dell’infrastruttura di rete.

tempi di risposta (fonte Google)

E ricordate che pochi millisecondi possono fare la differenza per il vostro business e la SEO, quindi non perdete tempo 😉

 

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